Ogni paese ha deciso di prendere provvedimenti per quanto riguarda la tutela e i risarcimenti di chi soffre di malattie amianto correlate.
Selezionando il filtro di ricerca dal menu, potrai scoprire come ci si comporta e cosa si pu ottenere in ogni paese.
Puoi effettuare una ricerca per singola nazione, incrociare i dati per un confronto oppure trovare le singole tipologie di compensazione divise per paese.
BELGIO
In Belgio, coloro che contraggono malattie da amianto in ambito professionale possono chiedere un assegno di invalidità permanente presso il Fondo malattie professionali. L’FMP, fu creato nel 1963 con lo scopo di risarcire economicamente i lavoratori che a causa di un incidente o una malattia professionale perdevano parte della loro capacità di generare utili lavorando. Il fondo riconosce un indennizzo mensile di invalidità calcolato in funzione del salario base e della percentuale di invalidità (100%. sia nel caso dell’asbestosi che del mesotelioma). Dal fondo per le malattie professionali risultano esclusi i lavoratori autonomi e i dipendenti pubblici. Il fondo malattie professionali impedisce alle vittime di fare causa ai datori di lavoro salvo per “faute intentionelle” (colpa intenzionale) garantendo la sostanziale impunità ai datori di lavoro.
Al fine di dare una forma di compensazione alle vittime extra-professionali da amianto in rapida crescita, nel 2007, dopo un lungo iter legislativo, nasce il Fondo per le vittime dell’amianto. Il fondo indennizza tutte le vittime residenti in Belgio (professionali e ambientali) di mesotelioma, gli affetti da asbestosi e inspessimenti pleurici, mentre non c’è nessun riconoscimento per placche, cancro al polmone e alla laringe. La legge di istituzione del fondo prevede per come contropartita ai benefici la rinuncia intraprendere azioni legali anche alle vittime extra professionali che fino al 2007 erano le uniche, almeno in teoria, a poter fare ricorso attraverso cause civili.
Nella storia della giurisprudenza in Belgio esistono solo due processi per amianto, entrambi di natura civile. Bisogna ricordare che legge belga stabilisce un’impunità per i datori di lavoro in cambio di un sistema di risarcimenti relativamente automatico e basato sul principio di “no faute”: non serve dimostrare che ci sia una responsabilità nell’insorgere della malattia per accedere ai benefici. Esiste solo un caso in cui alla vittima è permesso ricorrere in tribunale: quando il datore di lavoro abbia causato l’insorgere della malattia intenzionalmente (principio della cosiddetta “faute intentionelle”). . Dal dopoguerra a oggi è stato tentato un solo processo con questa premessa, conosciuto attraverso il cognome della vittima, Vandenbroucke, celebratosi negli anni novanta. Nonostante l’esito negativo, il processo attrae l’attenzione di giornali e televisioni sul problema amianto contribuendo a creare un dibattito attorno al tema pochi anni prima della sua proibizione in Belgio. Un altro processo importante, ha visto per protagonista una donna, Françoise van Noorbeeck vittima di un mesotelioma ambientale e i suoi figli, i fratelli Jonckheere che sono riusciti per la prima volta nella storia del Belgio a condannare al risarcimento un’industria dell’amianto.
FRANCIA
A chi è affetto da malattie professionali il Codice de la Sécurité Sociale, esime dall’obbligo di dimostrare il nesso causale tra malattia ed esposizione e la malattia è riconosciuta automaticamente quando il medico esegue una diagnosi di malattia professionale (Presumption d’origine). Il codice della Securitè sociale definisce delle tabelle di riferimento per ogni malattia di origine professionale. Le malattie amianto correlate sono raccolte nella tabella 30 e 30 bis. Coloro che hanno più di cinquant’anni e sono affetti da una patologia d’amianto o hanno lavorato in un’industria con presenza riconosciuta d’amianto possono accedere a un prepensionamento anticipato (ACATAA).
Il FIVA è il primo fondo di riparazione integrale per tutte le vittime dell’amianto. Questo strumento è la risposta alla “catastrofe sanitaria” che lo Stato francese ha messo in piedi sotto la pressione del crescente movimento coagulatosi nell’Andeva, l’Association nationale defense victimes de l’amiante. Possono accedere ai benefici del fondo tutti coloro che hanno già ottenuto gli indennizzi previsti dalla Cassa Malattie Professionali. In questo caso il riconoscimento è automatico e il FIVA integra le rendite già accordate. Ma la novità sostanziale è che possono accedere a questo fondo anche coloro ai quali l’esposizione professionale non è riconosciuta. Vengono riconosciuti non solo i danni patrimoniali, come nel caso del Fondo per le vittime professionali, ma anche quelli extra-patrimoniali che sono calcolati da una commissione secondo l’età e altri parametri. Alla vittima viene fatta un’offerta che può essere ricorsa.
La legislazione francese lascia aperta alle vittime dell’amianto anche la strada della compensazione attraverso processi civili. Nella realtà dei fatti questa via è stata percorsa quasi esclusivamente dai lavoratori dipendenti del settore privato. Pur essendo stati celebrati alcuni processi che coinvolgono altre tipologie di vittime, questi restano rarissimi e non hanno trasformato la via giudiziaria in un’alternativa di risarcimento possibile al FIVA. I lavoratori dipendenti del settore privato e soprattutto della grande industria invece, attraverso il ricorso al Tribunale della Securitè Sociale (TASS) hanno visto dal 1995 in avanti accrescere sempre di più le proprie prospettive di successo tanto da fare diventare questo tribunale un terzo “fondo pubblico”, accanto a FIVA e Cassa malattie professionali . Fino alla creazione dell’Andeva, le azioni 1 risarcitorie al TASS erano meno di venti all’anno, dal 1996 i processi per amianto iniziano ad affollare le aule giudiziarie con un ritmo medio di 1500 all’anno. Dal 1996 sono stati presentati presso vari tribunali varie denunce penali per la catastrofe sanitaria dell’amianto che hanno prodotto alcune inchieste giudiziarie nei confronti di varie industrie e dello Stato. Nessun processo tuttavia è mai stato celebrato.
GERMANIA
L’istituzione dell’assicurazione obbligatoria (Berufsgerossenschaften) contro incidenti e malattie professionali risale al 1870. Vengono accordati indennizzi per i lavoratori che presentano di una invalidità maggiore del 20% e coprono: trattamenti medici, spese di viaggio, costi per cura bambini e modifiche casa in funzione dell’invalidità, danni per incapacità a svolgere lavoro.
Non esistono fondi specifici in questo Paese.
Gli illeciti civili e le compensazioni per i danni sono regolati dal codice civile. Esiste un’impunità civile per i datori di lavoro nei confronti dei dipendenti a meno che ci sia intenzionalità o grossa negligenza cosa che ha praticamente reso la via processuale impossibile per tutti gli esposti professionali da amianto. Esiste un solo caso nel 2011 in cui la Corte federale del lavoro ha sancito la responsabilità di un datore di lavoro che aveva esposto negligentemente una persona in un cantiere.
GRAN BRETAGNA
Nel 1979 viene promulgato il Pneumoconiosis Act, una legge che consente di ottenere somme una tantum dal governo nei casi in cui non sia possibile far causa al datore di lavoro oppure nei casi in cui ci siano poche probabilità di successo in un’azione civile. Nel 2008 viene promulgato il Mesothelioma Diffuse scheme, che permette a tutte quelle categorie di vittime che non potevano accedere ai benefici previsti dalla legge del 1979 di ricevere un risarcimento. Si tratta degli esposti paraprofessionali, di quelli ambientali, dei lavoratori autonomi ed eredi.
In Inghilterra fin dagli anni 60 esiste una lunga tradizione giurisprudenziale in tema amianto che si è evoluta nel corso degli anni e ancora oggi la via processuale è per le vittime la migliore per ottenere un risarcimento completo del danno. I processi sono relativamente rapidi, nella maggior parte dei casi si concludono con un patteggiamento prima della fase di dibattimento che normalmente corrisponde alle richieste della parte offesa, le spese legali sono minime ed l’atteggiamento dei giudici è favorevole alle vittime. Le particolarità del Common Law hanno fatto sì che ai casi d’amianto venissero con il tempo applicati criteri di giudizio che hanno seguito l’evolversi della situazione reale della società. Negli anni 80 l’industria dell’amianto cade sotto i colpi di centinaia di processi civili, l’esborso milionario a cui diventano esposte le aziende le costringono al fallimento.
Nel 1948 entra in vigore il National Insurance Act. Il sistema è finanziato dalle tasse dei cittadini e in minima parte dai contributi di lavoratori e imprese. Risulta molto complesso poter fare una sintesi del suo funzionamento dal momento che a differenza di quanto avviene nella maggior parte dei Paesi l’indennizzo non è calcolato a seconda dell’ultimo salario percepito dal lavoratore e dall’entità dell’invalidità, ma si applicano una serie di complicati benefici automatici a seconda dei casi. Questi benefici sono essenzialmente di due tipi: contributivi, a seconda del reddito, non contributivi. L’indennizzo principale che riguarda le malattie professionali è l’Industrial Injury Disease Benefit (IIDB) che viene erogato sotto forma di pensione settimanale a seconda del grado di invalidità e indipendentemente dai contributi o guadagni che il lavoratore dichiara.
ITALIA
Nel 2008 viene creato un piccolo Fondo per le vittime dell’amianto.
Il fondo verrà attivato solo nel 2011 dal momento che si delegava a un decreto attuativo l’organizzazione pratica del fondo. Tale decreto tradirà le speranze delle associazioni perché esclude le vittime ambientali ed extra-professionali dai benefici. Nonostante questi ultimi fossero i primi destinatari del fondo in quanto privi di altre fonti di risarcimento, solo chi è già titolare di rendita Inail da malattia professionale viene ammesso ai benefici del fondo. Nel 2014 i benefici sono stati estesi in via sperimentale anche alle vittime ambientali.
In modo del tutto eccezionale nel panorama europeo, in Italia gli infortuni e le morti per via del lavoro, sono stati affrontati per lo più attraverso la via penale. Il primo processo d’amianto di cui si ha notizia, relativo a un caso di tumore polmonare di un lavoratore della Società generale dell’industria per la magnesia, è stato celebrato nel 1984 presso il tribunale di Milano. Le vittime si possono costituire come parte civile per reclamare risarcimenti per i danni patrimoniali ed extrapatrimoniali (danno biologico): É solo a partire dai primi anni 90 per che i processi per amianto iniziano ad attirare l’attenzione della magistratura. Nel 2009 prende il via ill cosiddetto Processo Eternit per disastro ambientale che vede coinvolte più di 6000 parti civili.
L’INAIL (Istituto Nazionale di Assicurazione sugli Infortuni del Lavoro) garantisce indennizzi per invalidità a coloro che sviluppano una malattia professionale.
Esistono tabelle aggiornabili in cui vengono inserite le malattie compensabili. Rimane l’esonero del datore di lavoro dalla responsabilità civile, ma viene aperta la possibilità di una azione legale nel caso l’evento lesivo sia frutto di un comportamento perseguibile penalmente.
Per accedere ai benefici bisogna dimostrare che l’origine della malattia abbia come causa del lavoro, questo è relativamente facile nel caso di lavoratori che nel passato lavoravano in industrie che versavano il premio supplementare per rischio da amianto, mentre è molto più difficile per quei lavoratori impiegati in industrie in cui per l’INAIL non era evidente l’impiego dell’amianto.
OLANDA
In Olanda esiste una consolidata tradizione giurisprudenziale relativa all’amianto che riguarda tutte le categorie di esposti, non solo i professionali. Dal 1967 è infatti possibile chiedere risarcimenti economici ai datori di lavoro per malattie professionali in processi civili. Il primo processo civile avente per oggetto un’esposizione all’amianto avviene nel 1984. Le cause civili riguardanti l’amianto si possono dividere in due macro categorie a seconda della natura dell’esposizione: professionale o extra-professionale. Dal 1980 ad oggi l’atteggiamento dei giudici, da un’iniziale reticenza si è rivolto sempre più in favore delle vittime.
In Olanda non esiste nessun fondo di compensazione per malattie professionali, né un’assicurazione obbligatoria. Le persone che contraggono una malattia professionale sono indennizzate dal sistema previdenziale indipendentemente dall’origine della malattia.
L’istituto per le vittime dell’amianto IAS, è, più che un fondo, un ente di mediazione tra vittime e datori di lavoro, composto da rappresentanti di vittime, sindacalisti, delegati istituzionali, imprese e compagnie assicurative. E’ stato stituito nel 2000 grazie all’iniziativa congiunta dell’Asbestlachoffers Comitee (Associazione delle vittime dell’amianto) e del Partito Socialista olandese. L’istituto si occupa di stabilire risarcimenti per le vittime dell’amianto in maniera quasi automatica. I requisiti per ottenere benefici sono: avere il mesotelioma, essere stato esposto non più di 30 anni fa (non deve applicarsi la prescrizione) ed essere ancora in vita quando si presenta la domanda. Inoltre, l’impresa a cui si chiede il risarcimento deve essere ancora legalmente esistente. Il sistema è compatibile con i benefici previdenziali per invalidità e malattia, ma alla vittima è richiesto di rinunciare a ogni ulteriore iniziativa legale.
SPAGNA
Non esistono in questo Paese.
L’INSS o “Instituto Nacional de Seguridad Social” è l’ente statale che regola i risarcimenti in caso di malattia o invalidità. Se la natura professionale della malattia viene riconosciuta alla visita medica il lavoratore ha diritto a una copertura totale delle spese mediche e a un risarcimento proporzionale al grado di invalidità. Nel caso venga accertata un’infrazione di un’impresa nell’obbligo di sicurezza, il lavoratore ammalato riceve tra il 30 e il 50% in più di indennità mensile che è pagata direttamente dall’impresa. In Spagna esiste un problema di diagnosi e sottostima delle malattie d’amianto.
Gli indennizzi erogati dall’INSS per malattie professionali sono compatibili con richieste di risarcimento in sede processuale. La maggior parte dei processi sono celebrati nei tribunali del lavoro. Dal 2010 è possibile per i lavoratori fare cause collettive contro una stessa impresa, questo cambiamento legislativo ha moltiplicato i processi da amianto e cambiato l’orientamento dei giudici nei confronti delle vittime. Nel 2009 è stato celebrato un grande processo collettivo per esposizione ambientale a Cerdanyola. Sono presenti alcune piccole azioni penali nei confronti di imprese, ma la via penale non è una prassi praticata dalle vittime.
L’INAIL (Istituto Nazionale di Assicurazione sugli Infortuni del Lavoro) garantisce indennizzi per invalidità a coloro che sviluppano una malattia professionale.
Esistono tabelle aggiornabili in cui vengono inserite le malattie compensabili. Rimane l’esonero del datore di lavoro dalla responsabilità civile, ma viene aperta la possibilità di una azione legale nel caso l’evento lesivo sia frutto di un comportamento perseguibile penalmente.
Per accedere ai benefici bisogna dimostrare che l’origine della malattia abbia come causa del lavoro, questo è relativamente facile nel caso di lavoratori che nel passato lavoravano in industrie che versavano il premio supplementare per rischio da amianto, mentre è molto più difficile per quei lavoratori impiegati in industrie in cui per l’INAIL non era evidente l’impiego dell’amianto.
Nel 2008 viene creato un piccolo Fondo per le vittime dell’amianto.
Il fondo verrà attivato solo nel 2011 dal momento che si delegava a un decreto attuativo l’organizzazione pratica del fondo. Tale decreto tradirà le speranze delle associazioni perché esclude le vittime ambientali ed extra-professionali dai benefici. Nonostante questi ultimi fossero i primi destinatari del fondo in quanto privi di altre fonti di risarcimento, solo chi è già titolare di rendita Inail da malattia professionale viene ammesso ai benefici del fondo. Nel 2014 i benefici sono stati estesi in via sperimentale anche alle vittime ambientali.
In modo del tutto eccezionale nel panorama europeo, in Italia gli infortuni e le morti per via del lavoro, sono stati affrontati per lo più attraverso la via penale. Il primo processo d’amianto di cui si ha notizia, relativo a un caso di tumore polmonare di un lavoratore della Società generale dell’industria per la magnesia, è stato celebrato nel 1984 presso il tribunale di Milano. Le vittime si possono costituire come parte civile per reclamare risarcimenti per i danni patrimoniali ed extrapatrimoniali (danno biologico): É solo a partire dai primi anni 90 per che i processi per amianto iniziano ad attirare l’attenzione della magistratura. Nel 2009 prende il via ill cosiddetto Processo Eternit per disastro ambientale che vede coinvolte più di 6000 parti civili.
In Belgio, coloro che contraggono malattie da amianto in ambito professionale possono chiedere un assegno di invalidità permanente presso il Fondo malattie professionali. L’FMP, fu creato nel 1963 con lo scopo di risarcire economicamente i lavoratori che a causa di un incidente o una malattia professionale perdevano parte della loro capacità di generare utili lavorando. Il fondo riconosce un indennizzo mensile di invalidità calcolato in funzione del salario base e della percentuale di invalidità (100%. sia nel caso dell’asbestosi che del mesotelioma). Dal fondo per le malattie professionali risultano esclusi i lavoratori autonomi e i dipendenti pubblici. Il fondo malattie professionali impedisce alle vittime di fare causa ai datori di lavoro salvo per “faute intentionelle” (colpa intenzionale) garantendo la sostanziale impunità ai datori di lavoro.
Al fine di dare una forma di compensazione alle vittime extra-professionali da amianto in rapida crescita, nel 2007, dopo un lungo iter legislativo, nasce il Fondo per le vittime dell’amianto. Il fondo indennizza tutte le vittime residenti in Belgio (professionali e ambientali) di mesotelioma, gli affetti da asbestosi e inspessimenti pleurici, mentre non c’è nessun riconoscimento per placche, cancro al polmone e alla laringe. La legge di istituzione del fondo prevede per come contropartita ai benefici la rinuncia intraprendere azioni legali anche alle vittime extra professionali che fino al 2007 erano le uniche, almeno in teoria, a poter fare ricorso attraverso cause civili.
Nella storia della giurisprudenza in Belgio esistono solo due processi per amianto, entrambi di natura civile. Bisogna ricordare che legge belga stabilisce un’impunità per i datori di lavoro in cambio di un sistema di risarcimenti relativamente automatico e basato sul principio di “no faute”: non serve dimostrare che ci sia una responsabilità nell’insorgere della malattia per accedere ai benefici. Esiste solo un caso in cui alla vittima è permesso ricorrere in tribunale: quando il datore di lavoro abbia causato l’insorgere della malattia intenzionalmente (principio della cosiddetta “faute intentionelle”). . Dal dopoguerra a oggi è stato tentato un solo processo con questa premessa, conosciuto attraverso il cognome della vittima, Vandenbroucke, celebratosi negli anni novanta. Nonostante l’esito negativo, il processo attrae l’attenzione di giornali e televisioni sul problema amianto contribuendo a creare un dibattito attorno al tema pochi anni prima della sua proibizione in Belgio. Un altro processo importante, ha visto per protagonista una donna, Françoise van Noorbeeck vittima di un mesotelioma ambientale e i suoi figli, i fratelli Jonckheere che sono riusciti per la prima volta nella storia del Belgio a condannare al risarcimento un’industria dell’amianto.
A chi è affetto da malattie professionali il Codice de la Sécurité Sociale, esime dall’obbligo di dimostrare il nesso causale tra malattia ed esposizione e la malattia è riconosciuta automaticamente quando il medico esegue una diagnosi di malattia professionale (Presumption d’origine). Il codice della Securitè sociale definisce delle tabelle di riferimento per ogni malattia di origine professionale. Le malattie amianto correlate sono raccolte nella tabella 30 e 30 bis. Coloro che hanno più di cinquant’anni e sono affetti da una patologia d’amianto o hanno lavorato in un’industria con presenza riconosciuta d’amianto possono accedere a un prepensionamento anticipato (ACATAA).
Il FIVA è il primo fondo di riparazione integrale per tutte le vittime dell’amianto. Questo strumento è la risposta alla “catastrofe sanitaria” che lo Stato francese ha messo in piedi sotto la pressione del crescente movimento coagulatosi nell’Andeva, l’Association nationale defense victimes de l’amiante. Possono accedere ai benefici del fondo tutti coloro che hanno già ottenuto gli indennizzi previsti dalla Cassa Malattie Professionali. In questo caso il riconoscimento è automatico e il FIVA integra le rendite già accordate. Ma la novità sostanziale è che possono accedere a questo fondo anche coloro ai quali l’esposizione professionale non è riconosciuta. Vengono riconosciuti non solo i danni patrimoniali, come nel caso del Fondo per le vittime professionali, ma anche quelli extra-patrimoniali che sono calcolati da una commissione secondo l’età e altri parametri. Alla vittima viene fatta un’offerta che può essere ricorsa.
La legislazione francese lascia aperta alle vittime dell’amianto anche la strada della compensazione attraverso processi civili. Nella realtà dei fatti questa via è stata percorsa quasi esclusivamente dai lavoratori dipendenti del settore privato. Pur essendo stati celebrati alcuni processi che coinvolgono altre tipologie di vittime, questi restano rarissimi e non hanno trasformato la via giudiziaria in un’alternativa di risarcimento possibile al FIVA. I lavoratori dipendenti del settore privato e soprattutto della grande industria invece, attraverso il ricorso al Tribunale della Securitè Sociale (TASS) hanno visto dal 1995 in avanti accrescere sempre di più le proprie prospettive di successo tanto da fare diventare questo tribunale un terzo “fondo pubblico”, accanto a FIVA e Cassa malattie professionali . Fino alla creazione dell’Andeva, le azioni 1 risarcitorie al TASS erano meno di venti all’anno, dal 1996 i processi per amianto iniziano ad affollare le aule giudiziarie con un ritmo medio di 1500 all’anno. Dal 1996 sono stati presentati presso vari tribunali varie denunce penali per la catastrofe sanitaria dell’amianto che hanno prodotto alcune inchieste giudiziarie nei confronti di varie industrie e dello Stato. Nessun processo tuttavia è mai stato celebrato.
L’istituzione dell’assicurazione obbligatoria (Berufsgerossenschaften) contro incidenti e malattie professionali risale al 1870. Vengono accordati indennizzi per i lavoratori che presentano di una invalidità maggiore del 20% e coprono: trattamenti medici, spese di viaggio, costi per cura bambini e modifiche casa in funzione dell’invalidità, danni per incapacità a svolgere lavoro.
Non esistono fondi specifici in questo Paese.
Gli illeciti civili e le compensazioni per i danni sono regolati dal codice civile. Esiste un’impunità civile per i datori di lavoro nei confronti dei dipendenti a meno che ci sia intenzionalità o grossa negligenza cosa che ha praticamente reso la via processuale impossibile per tutti gli esposti professionali da amianto. Esiste un solo caso nel 2011 in cui la Corte federale del lavoro ha sancito la responsabilità di un datore di lavoro che aveva esposto negligentemente una persona in un cantiere.
In Olanda non esiste nessun fondo di compensazione per malattie professionali, né un’assicurazione obbligatoria. Le persone che contraggono una malattia professionale sono indennizzate dal sistema previdenziale indipendentemente dall’origine della malattia.
L’istituto per le vittime dell’amianto IAS, è, più che un fondo, un ente di mediazione tra vittime e datori di lavoro, composto da rappresentanti di vittime, sindacalisti, delegati istituzionali, imprese e compagnie assicurative. E’ stato stituito nel 2000 grazie all’iniziativa congiunta dell’Asbestlachoffers Comitee (Associazione delle vittime dell’amianto) e del Partito Socialista olandese. L’istituto si occupa di stabilire risarcimenti per le vittime dell’amianto in maniera quasi automatica. I requisiti per ottenere benefici sono: avere il mesotelioma, essere stato esposto non più di 30 anni fa (non deve applicarsi la prescrizione) ed essere ancora in vita quando si presenta la domanda. Inoltre, l’impresa a cui si chiede il risarcimento deve essere ancora legalmente esistente. Il sistema è compatibile con i benefici previdenziali per invalidità e malattia, ma alla vittima è richiesto di rinunciare a ogni ulteriore iniziativa legale.
In Olanda esiste una consolidata tradizione giurisprudenziale relativa all’amianto che riguarda tutte le categorie di esposti, non solo i professionali. Dal 1967 è infatti possibile chiedere risarcimenti economici ai datori di lavoro per malattie professionali in processi civili. Il primo processo civile avente per oggetto un’esposizione all’amianto avviene nel 1984. Le cause civili riguardanti l’amianto si possono dividere in due macro categorie a seconda della natura dell’esposizione: professionale o extra-professionale. Dal 1980 ad oggi l’atteggiamento dei giudici, da un’iniziale reticenza si è rivolto sempre più in favore delle vittime.
L’INSS o “Instituto Nacional de Seguridad Social” è l’ente statale che regola i risarcimenti in caso di malattia o invalidità. Se la natura professionale della malattia viene riconosciuta alla visita medica il lavoratore ha diritto a una copertura totale delle spese mediche e a un risarcimento proporzionale al grado di invalidità. Nel caso venga accertata un’infrazione di un’impresa nell’obbligo di sicurezza, il lavoratore ammalato riceve tra il 30 e il 50% in più di indennità mensile che è pagata direttamente dall’impresa. In Spagna esiste un problema di diagnosi e sottostima delle malattie d’amianto.
Non esistono in questo Paese.
Gli indennizzi erogati dall’INSS per malattie professionali sono compatibili con richieste di risarcimento in sede processuale. La maggior parte dei processi sono celebrati nei tribunali del lavoro. Dal 2010 è possibile per i lavoratori fare cause collettive contro una stessa impresa, questo cambiamento legislativo ha moltiplicato i processi da amianto e cambiato l’orientamento dei giudici nei confronti delle vittime. Nel 2009 è stato celebrato un grande processo collettivo per esposizione ambientale a Cerdanyola. Sono presenti alcune piccole azioni penali nei confronti di imprese, ma la via penale non è una prassi praticata dalle vittime.
Nel 1948 entra in vigore il National Insurance Act. Il sistema è finanziato dalle tasse dei cittadini e in minima parte dai contributi di lavoratori e imprese. Risulta molto complesso poter fare una sintesi del suo funzionamento dal momento che a differenza di quanto avviene nella maggior parte dei Paesi l’indennizzo non è calcolato a seconda dell’ultimo salario percepito dal lavoratore e dall’entità dell’invalidità, ma si applicano una serie di complicati benefici automatici a seconda dei casi. Questi benefici sono essenzialmente di due tipi: contributivi, a seconda del reddito, non contributivi. L’indennizzo principale che riguarda le malattie professionali è l’Industrial Injury Disease Benefit (IIDB) che viene erogato sotto forma di pensione settimanale a seconda del grado di invalidità e indipendentemente dai contributi o guadagni che il lavoratore dichiara.
Nel 1979 viene promulgato il Pneumoconiosis Act, una legge che consente di ottenere somme una tantum dal governo nei casi in cui non sia possibile far causa al datore di lavoro oppure nei casi in cui ci siano poche probabilità di successo in un’azione civile. Nel 2008 viene promulgato il Mesothelioma Diffuse scheme, che permette a tutte quelle categorie di vittime che non potevano accedere ai benefici previsti dalla legge del 1979 di ricevere un risarcimento. Si tratta degli esposti paraprofessionali, di quelli ambientali, dei lavoratori autonomi ed eredi.
In Inghilterra fin dagli anni 60 esiste una lunga tradizione giurisprudenziale in tema amianto che si è evoluta nel corso degli anni e ancora oggi la via processuale è per le vittime la migliore per ottenere un risarcimento completo del danno. I processi sono relativamente rapidi, nella maggior parte dei casi si concludono con un patteggiamento prima della fase di dibattimento che normalmente corrisponde alle richieste della parte offesa, le spese legali sono minime ed l’atteggiamento dei giudici è favorevole alle vittime. Le particolarità del Common Law hanno fatto sì che ai casi d’amianto venissero con il tempo applicati criteri di giudizio che hanno seguito l’evolversi della situazione reale della società. Negli anni 80 l’industria dell’amianto cade sotto i colpi di centinaia di processi civili, l’esborso milionario a cui diventano esposte le aziende le costringono al fallimento.
PAESE PER PAESE
Belgio:In Belgio, coloro che contraggono malattie da amianto in ambito professionale possono chiedere un assegno di invalidità permanente presso il Fondo malattie professionali. L’FMP, fu creato nel 1963 con lo scopo di risarcire economicamente i lavoratori che a causa di un incidente o una malattia professionale perdevano parte della loro capacità di generare utili lavorando. Il fondo riconosce un indennizzo mensile di invalidità calcolato in funzione del salario base e della percentuale di invalidità (100%. sia nel caso dell’asbestosi che del mesotelioma). Dal fondo per le malattie professionali risultano esclusi i lavoratori autonomi e i dipendenti pubblici. Il fondo malattie professionali impedisce alle vittime di fare causa ai datori di lavoro salvo per “faute intentionelle” (colpa intenzionale) garantendo la sostanziale impunità ai datori di lavoro.
Francia: La vittima di una malattia in Francia ha diritto al risarcimento proporzionale a una parte del salario, ed è compensato per la perdita di capacità di lavoro, calcolata in base a una percentuale di invalidità (IPP) e le spese mediche e di assistenza sostenute.A chi è affetto da malattie professionali il Codice de la Sécurité Sociale, esime dall’obbligo di dimostrare il nesso causale tra malattia ed esposizione e la malattia è riconosciuta automaticamente quando il medico esegue una diagnosi di malattia professionale (Presumption d’origine). Il codice della Securitè sociale definisce delle tabelle di riferimento per ogni malattia di origine professionale. Le malattie amianto correlate sono raccolte nella tabella 30 e 30 bis. Coloro che hanno più di cinquant’anni e sono affetti da una patologia d’amianto o hanno lavorato in un’industria con presenza riconosciuta d’amianto possono accedere a un prepensionamento anticipato (ACATAA).
Germania:L’istituzione dell’assicurazione obbligatoria (Berufsgerossenschaften) contro incidenti e malattie professionali risale al 1870. Vengono accordati indennizzi per i lavoratori che presentano di una invalidità maggiore del 20% e coprono: trattamenti medici, spese di viaggio, costi per cura bambini e modifiche casa in funzione dell’invalidità, danni per incapacità a svolgere lavoro.
Gran Bretagna:Nel 1948 entra in vigore il National Insurance Act. Il sistema è finanziato dalle tasse dei cittadini e in minima parte dai contributi di lavoratori e imprese. Risulta molto complesso poter fare una sintesi del suo funzionamento dal momento che a differenza di quanto avviene nella maggior parte dei Paesi l’indennizzo non è calcolato a seconda dell’ultimo salario percepito dal lavoratore e dall’entità dell’invalidità, ma si applicano una serie di complicati benefici automatici a seconda dei casi. Questi benefici sono essenzialmente di due tipi: contributivi, a seconda del reddito, non contributivi. L’indennizzo principale che riguarda le malattie professionali è l’Industrial Injury Disease Benefit (IIDB) che viene erogato sotto forma di pensione settimanale a seconda del grado di invalidità e indipendentemente dai contributi o guadagni che il lavoratore dichiara.
Italia:L’INAIL (Istituto Nazionale di Assicurazione sugli Infortuni del Lavoro) garantisce indennizzi per invalidità a coloro che sviluppano una malattia professionale.
Esistono tabelle aggiornabili in cui vengono inserite le malattie compensabili. Rimane l’esonero del datore di lavoro dalla responsabilità civile, ma viene aperta la possibilità di una azione legale nel caso l’evento lesivo sia frutto di un comportamento perseguibile penalmente.
Per accedere ai benefici bisogna dimostrare che l’origine della malattia abbia come causa del lavoro, questo è relativamente facile nel caso di lavoratori che nel passato lavoravano in industrie che versavano il premio supplementare per rischio da amianto, mentre è molto più difficile per quei lavoratori impiegati in industrie in cui per l’INAIL non era evidente l’impiego dell’amianto.
Olanda:In Olanda non esiste nessun fondo di compensazione per malattie professionali, né un’assicurazione obbligatoria. Le persone che contraggono una malattia professionale sono indennizzate dal sistema previdenziale indipendentemente dall’origine della malattia.
Spagna:L’INSS o “Instituto Nacional de Seguridad Social” è l’ente statale che regola i risarcimenti in caso di malattia o invalidità. Se la natura professionale della malattia viene riconosciuta alla visita medica il lavoratore ha diritto a una copertura totale delle spese mediche e a un risarcimento proporzionale al grado di invalidità. Nel caso venga accertata un’infrazione di un’impresa nell’obbligo di sicurezza, il lavoratore ammalato riceve tra il 30 e il 50% in più di indennità mensile che è pagata direttamente dall’impresa. In Spagna esiste un problema di diagnosi e sottostima delle malattie d’amianto.
PAESE PER PAESE
Belgio:Al fine di dare una forma di compensazione alle vittime extra-professionali da amianto in rapida crescita, nel 2007, dopo un lungo iter legislativo, nasce il Fondo per le vittime dell’amianto. Il fondo indennizza tutte le vittime residenti in Belgio (professionali e ambientali) di mesotelioma, gli affetti da asbestosi e inspessimenti pleurici, mentre non c’è nessun riconoscimento per placche, cancro al polmone e alla laringe. La legge di istituzione del fondo prevede per come contropartita ai benefici la rinuncia intraprendere azioni legali anche alle vittime extra professionali che fino al 2007 erano le uniche, almeno in teoria, a poter fare ricorso attraverso cause civili.
Francia:Il FIVA è il primo fondo di riparazione integrale per tutte le vittime dell’amianto. Questo strumento è la risposta alla “catastrofe sanitaria” che lo Stato francese ha messo in piedi sotto la pressione del crescente movimento coagulatosi nell’Andeva, l’Association nationale defense victimes de l’amiante. Possono accedere ai benefici del fondo tutti coloro che hanno già ottenuto gli indennizzi previsti dalla Cassa Malattie Professionali. In questo caso il riconoscimento è automatico e il FIVA integra le rendite già accordate. Ma la novità sostanziale è che possono accedere a questo fondo anche coloro ai quali l’esposizione professionale non è riconosciuta. Vengono riconosciuti non solo i danni patrimoniali, come nel caso del Fondo per le vittime professionali, ma anche quelli extra-patrimoniali che sono calcolati da una commissione secondo l’età e altri parametri. Alla vittima viene fatta un’offerta che può essere ricorsa.
Germania:Non esistono fondi specifici in questo Paese.
Gran Bretagna:Nel 1979 viene promulgato il Pneumoconiosis Act, una legge che consente di ottenere somme una tantum dal governo nei casi in cui non sia possibile far causa al datore di lavoro oppure nei casi in cui ci siano poche probabilità di successo in un’azione civile. Nel 2008 viene promulgato il Mesothelioma Diffuse scheme, che permette a tutte quelle categorie di vittime che non potevano accedere ai benefici previsti dalla legge del 1979 di ricevere un risarcimento. Si tratta degli esposti paraprofessionali, di quelli ambientali, dei lavoratori autonomi ed eredi.
Italia:Nel 2008 viene creato un piccolo Fondo per le vittime dell’amianto.
Il fondo verrà attivato solo nel 2011 dal momento che si delegava a un decreto attuativo l’organizzazione pratica del fondo. Tale decreto tradirà le speranze delle associazioni perché esclude le vittime ambientali ed extra-professionali dai benefici. Nonostante questi ultimi fossero i primi destinatari del fondo in quanto privi di altre fonti di risarcimento, solo chi è già titolare di rendita Inail da malattia professionale viene ammesso ai benefici del fondo. Nel 2014 i benefici sono stati estesi in via sperimentale anche alle vittime ambientali.
Olanda:L’istituto per le vittime dell’amianto IAS, è, più che un fondo, un ente di mediazione tra vittime e datori di lavoro, composto da rappresentanti di vittime, sindacalisti, delegati istituzionali, imprese e compagnie assicurative. E’ stato stituito nel 2000 grazie all’iniziativa congiunta dell’Asbestlachoffers Comitee (Associazione delle vittime dell’amianto) e del Partito Socialista olandese. L’istituto si occupa di stabilire risarcimenti per le vittime dell’amianto in maniera quasi automatica. I requisiti per ottenere benefici sono: avere il mesotelioma, essere stato esposto non più di 30 anni fa (non deve applicarsi la prescrizione) ed essere ancora in vita quando si presenta la domanda. Inoltre, l’impresa a cui si chiede il risarcimento deve essere ancora legalmente esistente. Il sistema è compatibile con i benefici previdenziali per invalidità e malattia, ma alla vittima è richiesto di rinunciare a ogni ulteriore iniziativa legale.
Spagna:Non esistono in questo Paese.
PAESE PER PAESE
Belgio:Nella storia della giurisprudenza in Belgio esistono solo due processi per amianto, entrambi di natura civile. Bisogna ricordare che legge belga stabilisce un’impunità per i datori di lavoro in cambio di un sistema di risarcimenti relativamente automatico e basato sul principio di “no faute”: non serve dimostrare che ci sia una responsabilità nell’insorgere della malattia per accedere ai benefici. Esiste solo un caso in cui alla vittima è permesso ricorrere in tribunale: quando il datore di lavoro abbia causato l’insorgere della malattia intenzionalmente (principio della cosiddetta “faute intentionelle”). . Dal dopoguerra a oggi è stato tentato un solo processo con questa premessa, conosciuto attraverso il cognome della vittima, Vandenbroucke, celebratosi negli anni novanta. Nonostante l’esito negativo, il processo attrae l’attenzione di giornali e televisioni sul problema amianto contribuendo a creare un dibattito attorno al tema pochi anni prima della sua proibizione in Belgio. Un altro processo importante, ha visto per protagonista una donna, Françoise van Noorbeeck vittima di un mesotelioma ambientale e i suoi figli, i fratelli Jonckheere che sono riusciti per la prima volta nella storia del Belgio a condannare al risarcimento un’industria dell’amianto.
Francia:La legislazione francese lascia aperta alle vittime dell’amianto anche la strada della compensazione attraverso processi civili. Nella realtà dei fatti questa via è stata percorsa quasi esclusivamente dai lavoratori dipendenti del settore privato. Pur essendo stati celebrati alcuni processi che coinvolgono altre tipologie di vittime, questi restano rarissimi e non hanno trasformato la via giudiziaria in un’alternativa di risarcimento possibile al FIVA. I lavoratori dipendenti del settore privato e soprattutto della grande industria invece, attraverso il ricorso al Tribunale della Securitè Sociale (TASS) hanno visto dal 1995 in avanti accrescere sempre di più le proprie prospettive di successo tanto da fare diventare questo tribunale un terzo “fondo pubblico”, accanto a FIVA e Cassa malattie professionali . Fino alla creazione dell’Andeva, le azioni 1 risarcitorie al TASS erano meno di venti all’anno, dal 1996 i processi per amianto iniziano ad affollare le aule giudiziarie con un ritmo medio di 1500 all’anno. Dal 1996 sono stati presentati presso vari tribunali varie denunce penali per la catastrofe sanitaria dell’amianto che hanno prodotto alcune inchieste giudiziarie nei confronti di varie industrie e dello Stato. Nessun processo tuttavia è mai stato celebrato.
Germania:Gli illeciti civili e le compensazioni per i danni sono regolati dal codice civile. Esiste un’impunità civile per i datori di lavoro nei confronti dei dipendenti a meno che ci sia intenzionalità o grossa negligenza cosa che ha praticamente reso la via processuale impossibile per tutti gli esposti professionali da amianto. Esiste un solo caso nel 2011 in cui la Corte federale del lavoro ha sancito la responsabilità di un datore di lavoro che aveva esposto negligentemente una persona in un cantiere.
Gran Bretagna:In Inghilterra fin dagli anni 60 esiste una lunga tradizione giurisprudenziale in tema amianto che si è evoluta nel corso degli anni e ancora oggi la via processuale è per le vittime la migliore per ottenere un risarcimento completo del danno. I processi sono relativamente rapidi, nella maggior parte dei casi si concludono con un patteggiamento prima della fase di dibattimento che normalmente corrisponde alle richieste della parte offesa, le spese legali sono minime ed l’atteggiamento dei giudici è favorevole alle vittime. Le particolarità del Common Law hanno fatto sì che ai casi d’amianto venissero con il tempo applicati criteri di giudizio che hanno seguito l’evolversi della situazione reale della società. Negli anni 80 l’industria dell’amianto cade sotto i colpi di centinaia di processi civili, l’esborso milionario a cui diventano esposte le aziende le costringono al fallimento.
Italia:In modo del tutto eccezionale nel panorama europeo, in Italia gli infortuni e le morti per via del lavoro, sono stati affrontati per lo più attraverso la via penale. Il primo processo d’amianto di cui si ha notizia, relativo a un caso di tumore polmonare di un lavoratore della Società generale dell’industria per la magnesia, è stato celebrato nel 1984 presso il tribunale di Milano. Le vittime si possono costituire come parte civile per reclamare risarcimenti per i danni patrimoniali ed extrapatrimoniali (danno biologico): É solo a partire dai primi anni 90 per che i processi per amianto iniziano ad attirare l’attenzione della magistratura. Nel 2009 prende il via ill cosiddetto Processo Eternit per disastro ambientale che vede coinvolte più di 6000 parti civili.
Olanda:In Olanda esiste una consolidata tradizione giurisprudenziale relativa all’amianto che riguarda tutte le categorie di esposti, non solo i professionali. Dal 1967 è infatti possibile chiedere risarcimenti economici ai datori di lavoro per malattie professionali in processi civili. Il primo processo civile avente per oggetto un’esposizione all’amianto avviene nel 1984. Le cause civili riguardanti l’amianto si possono dividere in due macro categorie a seconda della natura dell’esposizione: professionale o extra-professionale. Dal 1980 ad oggi l’atteggiamento dei giudici, da un’iniziale reticenza si è rivolto sempre più in favore delle vittime.
Spagna:Gli indennizzi erogati dall’INSS per malattie professionali sono compatibili con richieste di risarcimento in sede processuale. La maggior parte dei processi sono celebrati nei tribunali del lavoro. Dal 2010 è possibile per i lavoratori fare cause collettive contro una stessa impresa, questo cambiamento legislativo ha moltiplicato i processi da amianto e cambiato l’orientamento dei giudici nei confronti delle vittime. Nel 2009 è stato celebrato un grande processo collettivo per esposizione ambientale a Cerdanyola. Sono presenti alcune piccole azioni penali nei confronti di imprese, ma la via penale non è una prassi praticata dalle vittime.