Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto e del Lavoro

28 Aprile; iniziative unitarie tra AFeVA, CGIL, CISL e UIL

ore 15 -collegamento con il Dott. Pietro Gino Barbieri – evento pubblico

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ID riunione: 839 9685 5509

Anche quest’anno, per la seconda volta consecutiva, le celebrazioni in memoria delle Vittime dell’Amianto e del Lavoro avvengono in forma ridotta e soprattutto senza quel pubblico che abitualmente riempiva il Teatro, il Parco e a volte anche le vie della Città, quando si trattava di una fiaccolata o di una gara sportiva. La pandemia ha cambiato le nostre vite, ha limitato i nostri spostamenti, ci ha obbligato ad utilizzare mascherine via via sempre più perfezionate; la FFP2 è diventata la compagna fedele di ogni nostra uscita. L’emergenza Covid ci ha costretti a seguire delle regole, a considerare che, a volte, piccoli accorgimenti possono salvare la vita umana.

Questo bombardamento mediatico di informazioni ci ha questi fatto dimenticare che noi, casalesi, da ben oltre 40 anni ormai conviviamo con un’altra emergenza, non meno grave: quella dell’amianto, ma di questa, a differenza del Covid, che occupa quasi  tutti gli spazi televisivi e giornalistici, si preferisce non parlare perché è fastidiosa,  ripetitiva,  passata di moda. Menzionando le mascherine, non possono non venirmi in mente le immagini degli operai  della Eternit, quelli che giungendo in bicicletta, attraversavano una sorta di linea di demarcazione fatta di sogni e speranze per scontrarsi con una realtà  fatta di fatica,  sofferenza…polvere! Quelli che, quando si rendevano conto che la respirazione diventava difficoltosa,  si legavano un fazzoletto davanti alla bocca per evitare di ingerire la polvere visibile anche ad occhio nudo. Figure quasi mitologiche  che fanno capolino dai racconti sentiti negli anni,  dalle deposizioni  che durante il maxi processo ci hanno messi  di fronte ad una realtà a volte inimmaginabile. Come non ricordare il famoso “Palombaro” quello che si legava, con gli elastici dei sacchetti di plastica per impedire che le fibre penetrassero all’interno della tuta, o Mauro Patrucco, il cui zelo nel richiedere  un intervento da parte dei superiori,  costò il posto di  lavoro, o Frate Bernardino Zanella, il prete operaio, nominato anche nel recente libro di Mario Lancisi, che improvvisamente spari  dalla circolazione, non prima però di aver lasciato un memoriale riguardante tutto quello che avveniva all’interno di quei gironi infernali. Questo il passato…e il futuro? A differenza dell’attuale pandemia, in cui il Governo e gli Organi preposti si sono impegnati affinché  venissero adottate tutte le misure di sicurezza necessarie  e fossero stanziati fondi per chi era costretto a chiudere l’attività, ma anche ad incentivare la ricerca di un vaccino atto a contrastare l’infezione da Covid, per quanto riguarda il problema amianto, anzi sottolineo, l’emergenza amianto si cerca di glissare perché considerato un argomento secondario, noioso. Ogni giorno in Associazione incontriamo persone disperate che hanno appena ricevuto la diagnosi di mesotelioma, parenti distrutti  dall’incapacità di affrontare una morte ormai prossima. Il picco, che era stato indicato nel 2020, si sposta al 2025…E poi? Dobbiamo pretendere ed ottenere leggi, che consentano interventi di bonifica mirati anche nelle proprietà private in cui vengono abbandonati rifiuti contenenti amianto che, a causa degli eventi atmosferici, si sbriciolato e rilasciano fibre anche in luoghi apparentemente protetti, come viottoli di campagna e rive erbose. È  fondamentale finanziare la ricerca per la cura dei tumori asbesto-correlati,  con particolare riguardo al mesotelioma, rendere più dignitose le attuali prestazioni del Fondo Vittime Amianto, riconsiderare i tempi di accesso alle prestazioni previdenziali, estendere il superbonus del 110% direttamente alla bonifica dell’amianto negli immobili privati, utilizzare pienamente le risorse Inail per la bonifica  dell’amianto nei processi produttivi .Investire  sulle problematiche dell’amianto comporta risultati immediati e positivi per rendere più sicuro e sereno il futuro nostro e dei nostri figli. Non dimentichiamo che fra poco più di un mese inizierà un nuovo processo che vede 392 parti lese. Si ricomincia da capo cercando nuovi periti,  tecnici, medici del lavoro in grado di dimostrare….DIMOSTRARE,  dopo tutti quei morti, che Stephan Schmidheiny si è reso colpevole dei delitti di tutto un territorio. Abbiamo bisogno di verità  e giustizia. La giustizia , anche per una sola persona, sarà  la giustizia per tutti ma è indispensabile arrivare a questa verità per non dover  più  morire di lavoro. Tuttavia,  a Casale si muore anche per il non lavoro, Pochi giorni fa ho partecipato al sittin presso le Officine Meccaniche Cerutti,  che rischiano la chiusura definitiva,  ed ho potuto constatare che, a volte le vittime del lavoro  diventano vittime del non  lavoro. La Giornata dedicata alle Vittime dell’Amianto e del Lavoro deve pertanto diventare un momento di riflessione proiettato verso un futuro di dignità  e legalità,  in cui nessuno, ma proprio nessuno, deve essere dimenticato!