È iniziata oggi avanti la Corte d’Assise di Napoli la discussione finale del processo che vede Stephan Schmidheiny imputato del reato di omicidio volontario di otto tra lavoratori e cittadini di Bagnoli ove aveva sede uno degli stabilimenti italiano della Eternit s.p.a. Il numero così esiguo di casi è peraltro il frutto di un precedente intervento del Giudice dell’udienza Preliminare di Torino che, ritenendo di derubricare il reato da omicidio volontario ( come già contestato dalla Procura Torinese) ad omicidio colposo aveva dichiarato la prescrizione per il maggior numero di casi contestati.
I Pubblici Ministeri napoletani nel corso di una requisitoria durata circa 5 ore, hanno ripercorso tutte le prove raccolte sulla grave situazione igienico-ambientale presente all’interno della stabilimento nella inosservanza della legge penale del lavoro, la fondatezza delle diagnosi dei singoli casi e il nesso causale tra quelle morti per mesotelioma e le gravi mancanze dell’imputato, con conseguenti gravissimi danni sua per la salute dei lavoratori che dei cittadini.
È poi stato ricostruito il materiale probatorio sulla deliberata volontà dell’imputato, che pure aveva preventivato la possibilità delle morti, di cercare di depistare con false informazioni le sempre maggiori preoccupazioni manifestate dai mass media, dai sindacati e dalle autorità, prevedendo ed imponendo a tutti i vertici della società un protocollo di risposte da fornire pur di manipolare l’opinione pubblica e allontanare da sé ogni responsabilità.
E’ stata formulata la richiesta di condanna dell’imputato alla pena della reclusione di anni 23 e mesi 10.
E’ poi iniziata la discussione delle parti civili, tra cui l’AFEVA di Casale Monferrato. Il 23 marzo dovrebbero discutere le difese degli imputati, a cui seguirà la sentenza.