presso l’Hotel Orologio a Ferrara
(Tratto da https://www.ospfe.it/novita/comunicati/a-ferrara-si-parla-di-immunoterapia-nelle-neoplasie-toraciche)
Un incontro fra oncologi e ricercatori per discutere degli approcci terapeutici più innovativi per la cura del tumore polmonare e mesotelioma. Questa la tematica su cui si concentrerà l’evento che avrà luogo il 5 e 6 maggio 2023 presso l’Hotel Orologio a Ferrara. Il convegno – promosso ed organizzato dal Dipartimento di Medicina Traslazionale e per la Romagna dell’Università degli Studi di Ferrara e dall’Unità Operativa di Oncologia Clinica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara – vedrà la partecipazione di alcuni tra i maggiori esperti nazionali ed internazionali sulle neoplasie toraciche.
In apertura dell’appuntamento, i saluti della dott.ssa Monica Calamai (Direttrice Generale delle due Aziende Sanitarie ferraresi), della dott.ssa Giuliana Fabbri (Direttrice Sanitaria dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara) e del prof. Carlo Alberto Volta (Vice-Direttore del Dipartimento di Medicina Traslazionale e per la Romagna dell’Università di Ferrara e Direttore dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Universitaria del Sant’Anna).
Il convegno sarà articolato in sessioni in cui verranno approfondite tematiche sui più innovativi approcci terapeutici, già disponibili o in sperimentazione, per la cura di pazienti affetti da tumore polmonare o mesotelioma. Inoltre, si discuterà delle principali linee di ricerca, attualmente seguite, per identificare biomarcatori che possano personalizzare il trattamento o intercettare la malattia tumorale in stadi più precoci, oltre che degli ambiti di ricerca da incentivare. Chiuderà l’ultima giornata una tavola rotonda incentrata sul valore non solo della ricerca indipendente in neoplasie più rare (come il mesotelioma), ma anche del ruolo del Terzo Settore, non solo nel sostegno ai malati e alle loro famiglie, ma anche per il loro supporto alla ricerca.
Nei propri saluti la dott.ssa Calamai metterà in evidenza come le più recenti terapie e la ricerca stiano migliorando l’aspettativa e la qualità di vita dei pazienti affetti da queste patologie, dalla prognosi purtroppo prevalentemente non fausta. “In Italia – commenta la dott.ssa Calamai – si verificano ogni anno oltre quarantamila nuovi casi, che sono contraddistinti da sopravvivenza inferiore a quella di altre patologie oncologiche. Gli studi immunoterapici stanno però aprendo prospettive incoraggianti anche per questi pazienti: l’applicazione di nuovi protocolli potrà migliorare, per loro, sia l’aspettativa sia la qualità di vita. E’ importante dunque continuare ad esplorare ogni possibile frontiera di ricerca e sperimentazione e per questo è opportuno vi siano fondi adeguati. Eventi come questo, in cui si confrontano professionisti di alto livello, possono dare un contributo importante per quanto riguarda sia gli obiettivi di salute sia la necessaria sensibilizzazione”.
A moderare le tavole rotonde sarà, tra gli altri, il prof. Renato Balduzzi (Presidente IRST-IRCCS Meldola, ex ministro e tra i maggiori protagonisti delle Istituzioni impegnate nella lotta all’amianto), che così commenta l’evento: “Nella lunga battaglia contro il mesotelioma pleurico e, più in generale, contro le malattie amianto-correlate, l’Italia è da sempre in prima fila. In questi ultimi anni si è aperto un nuovo capitolo, grazie all’avvento dell’immunoterapia, e il convegno di Ferrara sarà l’occasione per definire a che punto siamo in questa battaglia e quali passi ancora debbano essere fatti, lavorando tutti insieme (Istituzioni, professionisti, associazioni dei pazienti) per il completo successo contro questa terribile malattia e su come le migliori pratiche clinico-assistenziali possano essere messe a disposizione di tutti”.
“Il meeting – commenta la prof.ssa Luana Calabrò (Responsabile scientifico dell’evento e docente di oncologia presso l’Università di Ferrara) – è stato organizzato per fare il punto sulle attuali strategie terapeutiche disponibili per due tra le più temibili patologie tumorali: il cancro al polmone e il mesotelioma, una neoplasia della pleura relativamente rara ma molto aggressiva, correlata all’esposizione ad amianto e purtroppo dalla prognosi infausta nella maggior parte dei pazienti. L’immunoterapia è tra le più recenti ed innovative strategie terapeutiche, che ha dimostrato di migliorare la sopravvivenza globale di una significativa percentuale di pazienti affetti da diversi tipi di tumori, tra cui anche il tumore polmonare e il mesotelioma. Purtroppo, non tutti i pazienti affetti da queste patologie tumorali ottengono un beneficio dall’immunoterapia a causa di meccanismi di resistenza che ne inficiano l’efficacia. Questo convegno si propone quindi di condividere, con altri professionisti, le principali novità sul fronte terapeutico. Sarà anche l’occasione per un confronto tra oncologi e ricercatori per promuovere idee e progettualità sull’immunoterapia del cancro ed implementare collaborazioni tra Istituzioni di elevato livello scientifico, al fine di migliorare le prospettive terapeutiche, nel prossimo futuro, per questi pazienti”.
“Questo convegno – aggiunge la prof.ssa Paola Secchiero (Direttore del Dipartimento di Medicina Traslazionale e per la Romagna dell’Università di Ferrara) – rappresenta un’importante occasione anche nell’ambito della formazione di elevata qualificazione post-laurea, in cui il Dipartimento è attivamente impegnato, a favore prevalentemente dei medici in formazione afferenti alle Scuole di specialità e dei dottorandi del Corso di Dottorato di Ricerca in “Terapie avanzate e farmacologia sperimentale”.
“L’immunoterapia – commenta il prof. Antonio Frassoldati (Direttore dell’Unità Operativa di Oncologia Clinica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara) – rappresenta oggi un’arma terapeutica fondamentale per moltissime neoplasie, che ha cambiato in molti casi, come nel tumore del polmone, la probabilità di controllo (anche a lungo termine) della malattia. La gestione ottimale di questi trattamenti, anche in combinazione con altre terapie, rimane comunque argomento di studio ed il convegno rappresenta un’importante occasione per discutere con esperti nazionali ed internazionali i diversi temi ancora dibattuti”.
“La ricerca indipendente – aggiunge il prof. Michele Maio (Ordinario di Oncologia presso l’Università di Siena, Direttore del Centro di Immuno-Oncologia (CIO) dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Senese e Presidente della Fondazione NIBIT Onlus) – rappresenta indubbiamente un’importante risorsa per i pazienti oncologici. Come Fondazione NIBIT abbiamo sviluppato – presso il CIO di Siena, coordinati dalla prof.ssa Calabrò – i primi studi clinici con anticorpi diretti verso i check-point immunologici (ICI) che hanno contribuito a modificare lo standard di cura del mesotelioma. Sempre nell’ambito della Fondazione NIBIT stiamo portando avanti un studio con un nuovo regime di terapia, utilizzando farmaci epigenetici (studio NIBIT-ML1), per superare i meccanismi di resistenza all’immunoterapia nei pazienti con tumore polmonare. Per questi studi clinici e per l’attività di ricerca traslazionale, risulta fondamentale l’interazione e la collaborazione con altri Centri”.
“I percorsi assistenziali sul mesotelioma – dichiara la dott.ssa Federica Grosso (Responsabile SSD Mesotelioma, Azienda Ospedaliera SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria) – sono ancora molto disomogenei e la ricerca ancora troppo scarsa. Momenti di confronto come questo sono cruciali per gettare le basi per sforzi futuri, finalizzati soprattutto a migliorare ed uniformare i percorsi di diagnosi e cura, oltre che ad incentivare la ricerca traslazionale e clinica sul mesotelioma in Italia”.
“Coordinare, sviluppare e comunicare la ricerca traslazionale e clinica nel mesotelioma – commenta il prof. Carmine Pinto (Direttore Oncologia Medica, IRCCS – AUSL di Reggio Emilia e Coordinatore rete mesotelioma Emilia-Romagna) – è centrale per migliorare gli outcomes clinici. E’ indispensabile una continuità ed una strategia di approccio globale anche in questa patologia neoplastica per migliorare, insieme, conoscenze biologiche e sviluppo di strategie terapeutiche più efficaci e innovative. Tutto questo si trasferisce nel condividere i progetti e favorire la partecipazione consapevole dei pazienti ai trial cinici. In quest’ambito la Rete Oncologica ed il PDTA Regionale dell’Emilia-Romagna potranno rappresentare un modello anche per ulteriori sviluppi nazionali e internazionali”.
(Tratto da https://www.ospfe.it/novita/comunicati/a-ferrara-si-parla-di-immunoterapia-nelle-neoplasie-toraciche)